giovedì 31 maggio 2012

Zeman, l'addio di Pescara: svaligiata la casa durante l'ultimo allenamento

PESCARA - Non c'è pace per Zeman: i ladri hanno svaligiato questa mattina - mentre era al campo d'allenamento - la casa pescarese dell'allenatore, asportando orologi, regali ricevuti per la promozione, carte di credito e altri preziosi.

Curiosa coincidenza questo furto, che potrebbe quasi sancire l'addio affettivo alla città, dopo il più che probabile addio del boemo dalla panchina abruzzese verso la Roma deciso in questi giorni.

Zeman oggi è ancora a Pescara e sarà nella Capitale probabilmente domani.
Fonte Il Mattino

mercoledì 30 maggio 2012

ERNESTO PAOLILLO LASCIA L'INTER

MILANO - L'amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo lascia l'Inter. lo ha annunciato lo steso Paolillo con una lettera indirizzata al presidente nerazzurro Massimo Moratti sul sito dell'Inter. ''Caro Presidente - inizia la lettera - ho sempre considerato la vita, come l'economia, fatta di cicli e proprio per questo desidero comunicarti che considero portato a termine, con la prossima conclusione delle fasi finali dei campionati del Settore Giovanile, il mio ciclo all'Inter''. Nella lettera Paolillo quindi prosegue: ''Non posso che ringraziare di cuore te, tutta la famiglia Moratti e tutti i collaboratori della nostra Societa' per il supporto costantemente avuto in questi splendidi anni e per l'opportunit… che mi hai dato, di esser partecipe di tutti i successi che l'Inter ha raggiunto in questo ciclo ad ogni livello''. ''E' stata - aggiunge - una esperienza stupenda, unica, e non ti nascondo la mia commozione nel prendere questa decisione. Grazie, grazie ancora infinite a Te, e tanti tanti auguri con tutto il cuore a Marco Fassone, che si accinge a iniziare il nuovo ciclo, di un radioso futuro qui all'Inter. Un forte abbraccio''. (ANSA).

Calcio scommesse - La Procura vuole sentire Buffon

La Procura di Cremona sta lavorando alacremente e con tempi serrati per arrivare a capo il prima possibile delle vicende del calcioscommesse che ormai accompagna le nostre giornate. I nomi sono importanti, Conte, Mauri e prima ancora Signori e Doni, e ora si parla di testimoni eccellenti che potrebbero essere 'utilizzati' per chiarire alcune posizioni. Il cognome è quello di Buffon che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere ascoltato dal pm Di Martino il quale ha affermato: "Non ci ho ancora pensato, ma non lo escludo". Era stato lo stesso pubblico ministero ad aver fatto capire in maniera palese che le dichiarazioni del numero uno della Juventus e della nazionale non gli erano piaciute. Una settimana fa Buffon, ad una domanda inerente alle possibili combine sulle partite di fine anno, rispose "Meglio 2 feriti di un morto" e la frase sembra sia stata interpretata come un tentativo di difesa di Antonio Conte nei confronti del quale sarebbero emersi altri elementi indiziari. Stando ai racconti dell'ex giocatore del Siena Filippo Carobbio, l'attuale allenatore della ‘Vecchia Signora’ avrebbe detto testuali parole: "In sostanza Conte si limitò a dire che avremmo pareggiato la partita e che era stato raggiunto un accordo per il pareggio". Le partite con Novara, Varese, Torino, AlbinoLeffe, Ascoli, Piacenza, Modena e Sassuolo sono al vaglio degli inquirenti e nel caso dei match con Novara e AlbinoLeffe, sempre secondo Carobbio: "La decisione fu presa durante la riunione tecnica era presente anche l'allenatore Conte". Il legale del mister salentino ieri aveva rilasciato dichiarazioni forti affermando che "Di fronte ad accuse come queste un innocente reagisce suicidandosi o arrabbiandosi di brutto. Vi posso garantire che in questo momento Antonio è molto, ma molto inc...to!".
Intanto c'è da considerare le deposizioni del pentito Carlo Gervasoni il quale ha raccontato di aver avuto contatti con l'attaccante del Torino Pellicori. "Mi chiese se c'era la possibilità di concludere un accordo per un over con un pareggio che sarebbe andato bene a entrambe le squadre. Penso che Pellicori fosse d'accordo con alcuni suoi compagni". Queste le parole che sarebbero state pronunciate dal giocatore granata. Gervasoni inoltre ricorda così quella giornata: "Prima ancora di entrare negli spogliatoi cercammo subito di metterci d'accordo con gli avversari. I miei compagni mi dissero che l'accordo era stato raggiunto". Insomma la situazione è sempre più intricata e come sempre, in pochi hanno voglia di collaborare in maniera decisa.
Fonte  Alessandro LETTIERI / Eurosport

Scandalo calcioscommesse, cala fiducia nel calcio, a rischio le scommesse

Il 62,7% dei tifosi intervistati dall'istituto Datamonitor ha ammesso di provare "disgusto e repulsione" per lo scandalo sul calcio-scommesse e l'ultimo filone di inchiesta che ha portato agli arresti. Un sentimento che potrebbe riflettersi anche sulle scommesse sportive, sesi confermerà il trend delle precedenti inchieste. Nel 2011, infatti, gli effetti negativi causati dal calcioscommesse hanno portato le giocate sul calcio a scendere da oltre il 91% a poco più dell'89% del volume complessivo delle giocate, pur mantenendo - di fatto - il monopolio delle preferenze degli scommettitori (seguono a distanza come di consueto basket e tennis). La raccolta delle scommesse, pertanto, lo scorso anno ha chiuso a quota 3 miliardi 849 milioni di euro, registrando un calo del 12,4% sui 4 miliardi 396 milioni del 2010. Va detto che la differenza in parte è dovuta al fatto che nel 2010 vennero disputati i Mondiali di calcio. (Fonte TMNews/Agicos)

TERREMOTO IN EMILIA, GHIRARDI: "STADIO DEL PARMA IERI TREMAVA"

PARMA - ''Lo stadio tremava. Assolutamente giusto non giocare Italia-Lussemburgo al Tardini''. Sono le parole di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma, ai microfoni di Sky Sport24 il giorno dopo il nuovo sisma che ha colpito l'Emilia e l'annullamento della gara amichevole che si sarebbe dovuta giocare ieri a Parma alle 20.45. ''Era impensabile giocare quando a 30-40 chilometri di distanza ci sono morti, feriti, sfollati, chiese e fabbriche crollate. Io non avevo mai vissuto una situazione simile e francamente ero convinto che mai l'avrei sperimentata. E' allucinante vedere come nelle nostre zone si sgretolano basiliche e capannoni. Ero allo stadio ieri mattina quando ci sono state le due scosse , tremava tutto'', racconta il numero 1 del club emiliano. ''Metteva i brividi pensare che a pochi chilometri c'erano persone sotto le macerie. Insieme allo sgomento, alla tristezza c'e' un grande senso di impotenza. Per fortuna a Parma non e' successo niente ma questo non cambia i sentimenti che proviamo. Sempre ieri - prosegue il presidente Ghirardi - ero a contatto con lo staff della Nazionale e con i massimi dirigenti della Federazione''. ''Prandelli e Buffon volevano recarsi nelle localita' maggiormente colpite per manifestare la solidarieta' e la vicinanza degli azzurri ma alla fine il pericolo era troppo grande. Si potevano creare affollamenti, concentramenti di persone in luoghi a rischio, quindi non gli e' stato permesso di andare'', dice ancora. ''Per quel che ci riguarda siamo in contatto con i maggiori enti di Parma. Con la Provincia, con il nuovo sindaco. Siamo a disposizione. Gli emiliani sono un popolo molto orgoglioso. Mandare l'sms e' un piccolo gesto ma dovuto. Mandiamoli tutti. Anche noi ne stiamo mandando tanti'', afferma. ''Ma, come dicevo prima, per il resto ci si sente davvero impotenti davanti alla tragedia che un terremoto come questo''. (Adnkronos)

venerdì 25 maggio 2012

Perse un occhio in scontri al derby di Milano: tifoso interista si suicida

ROMA - Durante il derby Milan-Inter del febbraio 2009 era stato colpito da un pugno sferrato da un ultrà rossonero e aveva perso un occhio. Virgilio Motta, tifoso interista, si è impiccato nella sua casa lunedì scorso. Lo ha riferito il suo legale, l'avvocato Consuelo Bosisio.

I funerali si svolgeranno domani pomeriggio alle 15 nella chiesa di San Donato Milanese. La notizia della morte del tifoso interista stava già circolando da giorni negli ambienti delle tifoserie. Ma è stata confermata dall'avvocato soltanto stamattina.

«Le sue condizioni psicologiche sono peggiorate perché gli imputati condannati per quegli scontri non gli hanno versato i 140 mila euro che gli dovevano come risarcimento e con i quali lui voleva andare all'estero per provare a curarsi».

Nel luglio del 2009, a seguito dei tafferugli avvenuti nel corso del derby del 15 febbraio di tre anni fa, il giudice delle direttissime di Milano, Alberto Nosenzo, aveva condannato a pene comprese tra sei mesi di reclusione e quattro anni e mezzo di carcere sei ultrà milanisti accusati, a vario titolo, di rissa aggravata e lesioni. Alla pena più alta era stato condannato Luca Lucci, uno dei capi della curva sud che, secondo l'accusa, aveva sferrato il pugno contro Virgilio Motta che aveva poi perso la funzionalità dell'occhio sinistro, mai recuperata nonostante molti interventi chirurgici.

Quella sera, stando a quanto ricostruito dalle indagini del pm Giovanni Polizzi, alcuni supporter rossoneri erano scesi dal secondo anello al primo per vendicare quello che gli appariva come uno sgarro: un loro striscione tirato giù e strappato da alcuni tifosi nerazzurri. A Motta - che, come ha chiarito l'avvocato Bosisio, era allo stadio con altri amici «della Banda Bagaj (bambini in dialetto milanese, ndr), nata per portare i piccoli a vedere le partite» - era stata riconosciuta una provvisionale di 140 mila euro a carico dei condannati da versare in solido. E la sentenza era stata, in sostanza, confermata anche in appello, salvo lievi diminuzioni per alcuni imputati.

Il legale, che rappresentava Motta come parte civile nel processo, ha raccontato che «i condannati non hanno mai versato i 140 mila euro che gli dovevano perché pare che risultino nullatenenti e quindi l'anno scorso Motta ha dovuto accettare di firmare un accordo per avere piccoli versamenti a rate nell'arco di oltre 5 anni».

Il desiderio del tifoso nerazzuro, padre di una bambina, però, ha proseguito l'avvocato, «era quello di avere quei 140 mila euro per provare ad andare all'estero, la considerva l'ultima carta possibile da giocare per cercare di riavere in parte l'occhio perduto». Lasciando l'aula del processo di primo grado, dopo le condanne, l'uomo, con una benda all'occhio, aveva detto ai cronisti: «Quel pugno mi ha cambiato la vita e moralmente non sto bene». Poco prima la moglie di Lucci gli aveva gridato contro: «I 140 mila euro te li devi spendere tutti in medicinali, maledetto infame».
Fonte Il Mattino

mercoledì 16 maggio 2012

ALLA JUVENTUS ANCHE LO SCUDETTO SU FACEBOOK SEGUONO MILAN, INTER E ROMA

La Juventus si aggiudica anche lo scudetto dei social network. Quattro squadre di Serie A dominano su Facebook: Juventus, Milan, Inter e Roma. Ma una e' piu' forte delle altre, la Juventus, che bissa cosi' sul social network piu' seguito il successo conseguito sul campo. Seguono il Milan, l'Inter e la Roma, la cui pagina e' aperta da soli sei mesi. Giunti al termine del campionato di serie A, BlogMeter, utilizzando il 'Facebook Social Analytics', ha analizzato l'efficacia delle strategie di coinvolgimento su facebook delle squadre di calcio di serie A e B che possiedono una pagina ufficiale, nel periodo dall'1 aprile al 13 maggio (ultima giornata per la serie A). Complessivamente le strategie di gestione delle pagine sono abbastanza diversificate, pur con una prevalenza di fotografie. I contenuti si riferiscono generalmente ai risultati sportivi, alle ricorrenze che riguardano i calciatori attuali o alla commemorazione di calciatori del passato. Il club bianconero, la cui pagina Facebook ha compiuto un anno il 27 aprile, risulta la piu' intrigante perche' stimola al massimo i propri tifosi - i 3,7 milioni di fan hanno prodotto quasi 2,5 milioni di azioni tra post, commenti e condivisioni - innanzitutto esaltando i risultati vincenti delle partite chiave che hanno permesso ai ragazzi di Conte di sorpassare il Milan in classifica (Juve-Napoli 3-0, Juve-Lazio 2-1, Juve-Roma 4-0, etc) e diventare campione d'Italia con una giornata d'anticipo. Gli utenti dunque apprezzano, condividono e commentano in modo incalzante il trionfo della propria squadra sul social network, in media con ben 46.271 ''mi piace'', 8.515 condivisioni e 2.689 commenti al giorno. Il video ''Campioni d'Italia!!! #JuveCampione'' e' stato il post piu' coinvolgente in assoluto nel periodo, raggiungendo da solo 168.000 adesioni.
Il Milan, secondo in classifica, ha una pagina Facebook che, primeggia per numero di fan - oltre 10 milioni con una crescita media di 19.577 fan al giorno - ma un coinvolgimento notevolmente piu' basso: complessivamente 1.359.000 azioni. I fan sono abbastanza attivi nei commenti (in media 232 per ciascun post del brand), ma parsimoniosi nei likes (2.623) e nelle condivisioni (263 per post).
Segue a distanza l'Inter (1.556.000 fan e 487.000 azioni) squadra che adotta una strategia molto diversa, in quanto non permette ai tifosi di postare e inserisce prevalentemente link al sito inter.it. Essa pero' ottiene il maggiore coinvolgimento quando segnala lo status delle partite, ovvero quando in tempo reale viene ''urlato'' il gol o il nome del marcatore di turno; i tifosi a loro volta rispondono soprattutto con i likes, ma con pochi commenti e condivisioni.
La pagina della Roma (1.061.000 fan e 486.000 azioni), nella quale prevalgono le foto, e' quarta, soprattutto grazie a un elevato numero di likes su post che parlano del capitano Francesco Totti, una icona capace di coinvolgere da sola la comunita' di tifosi. Nel periodo considerato la Roma raggiunge 1 milione di ''mi piace'' dopo poco piu' di sei mesi dall'apertura della pagina e il ringraziamento ai fan e' il post che ottiene la maggiore partecipazione (con piu' di 5.500 ''mi piace'', 300 condivisioni e 300 commenti).
Le altre squadre, capitanate dalla Lazio quinta con 666.320 fan, presentano un tasso di partecipazione notevolmente inferiore, anche se e' interessante notare la presenza nella top 10 della Sampdoria, sesta in classifica ma con appena 9520 fan ma con oltre 30mila azioni, prima tra le squadre di serie B, dell'Atalanta e dell'Hellas Verona, brave ad offrire abbondanti stimoli ai propri fan che rispondono con un forte tasso di interazione. Nella top ten anche il Genoa ottavo e il Padova nono in graduatoria.
(Adnkronos)

martedì 8 maggio 2012

Scommesse, Ibrahimovic: addio al Milan a 2.70

Ibrahimovic lascia il Milan? Il nuovo "mal di pancia" di Ibra potrebbe spingere lo svedese a cambiare maglia a fine anno ma i bookmaker credono poco in questa eventualità e quotano a 2.70 il suo addio. La conferma ed il rilancio con la casacca rossonera si gioca invece a 1.40. Ibrahimovic lascerà o raddoppierà? (Fonte TMNews/Agicos)

venerdì 4 maggio 2012

AMMENDE A PARMA, GENOA, EMPOLI, PALERMO E INTER, 100MILA EURO A PREZIOSI, 3 MESI E 5 GIORNI INIBIZIONE A GHIRARDI

La Commissione disciplinare nazionale della Figc, presieduta dall'avvocato Sergio Artico, ha disposto una serie di ammende nei confronti di Parma (60.000 euro), Genoa ed Empoli (30.000), Palermo (20.000) e Inter (10.000) per alcune violazioni del Codice di Giustizia Sportiva e del regolamento Agenti di calciatori. La Commissione ha inoltre comminato ammende e inibizioni nei confronti dei rispettivi tesserati, ammende e sospensione della licenza nei confronti degli Agenti di calciatori coinvolti. Tra i dirigenti sanzionati, il presidente del Genoa Enrico Preziosi (ammenda di 100.000 euro), quello del Parma Tommaso Ghirardi (inibizione di 3 mesi e 5 giorni, ammenda di 5.000 euro) e quello del Livorno Aldo Spinelli (inibizione di 45 giorni). (ANSA).

Delio Rossi: «Chiedo scusa ma il gesto è giustificabile»

ROMA - La rissa, l'esonero, la squalifica. Ed oggi la conferenza stampa. Delio Rossi saluta Firenze nel peggiore dei modi. Una cosa mai vista, punita con tre mesi dal Giudice Sportivo e dal licenziamento da parte della famiglia Della Valle. L'ufficio stampa della società viola annuncia però subito che Rossi non risponderà alle domande dei giornalisti. Una "dichiarazione spontanea" insomma: "Per me è difficile essere qui in questo momento". Esordisce così il tecnico di Rimini: "Sono qui per dare un saluto alla città di Firenze, come quando sono arrivato ed ora che me ne sto andando. Andrò a braccio, non mi sono preparato niente. Dirò quello che penso ma molte cose le terrò per me come penso sia giusto".

LE PAROLE - "Ringrazio la famiglia Della Valle che mi hanno dato l'opportunità di vivere questa bella avventura. Sono dispiaciuto e chiedo scusa per l'episodio: a tifosi e giocatori. Alla società ed anche a Ljajic. Un gesto deprecabile ma umanamente giustificabile". L'extecnico della FIorentina continua: "Ci tenevo però a specificare una cosa. Ho visto però delle cose che mi hanno dato fastidio come i giudizi di alcuni perbenisti che non conosco la storia di un uomo. La mia. Ho iniziato ad allenare i bambini del Foggia per portarli fuori dalle strade, ho allenato gli operai nel dopo lavoro. Ho allenato in serie di C e poi più sù perché ho vinto i campionati. La mia storia dice che non mi sono mai permesso di dare giudizi su nessuno. Ho solo pensato a lavorare. Sono per la cultura dell'esempio e continuo a farlo".

LA DIFESA - Non soltanto scuse dunque. Delio Rossi si difende, in attesa della confessione totale. Quella nella quale, forse, dirà quali sono state le parole di Ljajic nei suoi confronti: "Il punto fermo: è rispetto della mia persona, del lavoro, della squadra e della mia famiglia. Se toccano questi sentimenti allora non va bene. Si, sono state toccate queste situazioni". "Il gesto è stato brutto davvero. Non cambia averlo fatto in campo di fronte alle telecamere o nello spogliatoio. E' deprecabile ovunque: in campo o tra le quattro mura. Non ho mai detto di essere 'Padre Pio' ma andate a chiedere alle persone che ho allenato se ho mai alzato le mani su qualcuno". La squalifica di tre mesi, l'addio alla panchina viola: "Ho sbagliato, sto pagando e pagherò per questo. C'è un proverbio: 'Prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini'. E' un detto indiano. Ecco perché mi scaglio con una certa ipocrisia che ha viziato il giudizio di questa vicenda. Dobbiamo smetterla con il perbenismo, non sono d'accordo. Mi pento del mio gesto, ho pagato e pagherò".

IL SALUTO - Delio Rossi sembra aver finito ma dopo essersi alzato torna al tavolo della sala stampa e dice: "Perché non voglio domande? Perché la gente di Firenze sa che la barca è quasi in porto ma la palla ancora rotola. A fine campionato tornerò a parlare: ai tifosi della Fiorentina dico di stare vicino a squadra e società" C'è uno striscione dei tifosi fuori lo stadio che inneggia al tecnico di Rimini: "Non devo dire nulla, ho sempre lavorato per la squadra. E paradossalmente se mi trovo in questa situazione è proprio per questo motivo. Avrei potuto fregarmene ma non è stato così".
(Fonte Corriere dello Sport)

giovedì 3 maggio 2012

Fiorentina, Ljajic a Rossi avrebbe detto: "Sei più handicappato di tuo figlio"

Possono 10 secondi di “follia” offuscare 20 anni di meticoloso e serio lavoro? Puo’ un uomo di 52 anni essere catapultato, via Youtube, nelle case di Pechino come di Chicago quale simbolo della violenza nel calcio? Queste domande hanno agitato il sonno di Delio Rossi, da ieri sera “ex allenatore” della Fiorentina. Mercoledì sera, all’Arechi, la Fiorentina al termine di una stagione deficitaria, è sotto 2 reti a 0 contro il modesto Novara (il match terminerà 2 a 2). La curva contesta, ed al 32’ del primo tempo mister Rossi decide di sostituire la giovane ed incostante punta Adem Ljajic. Il ventunenne serbo reagisce con un sorriso di sdegno e, accomodatosi in panchina, lancia improperi ed offese al suo tecnico.
E’ in questo preciso attimo che qualcosa scatta nella mente di una persona riconosciuta come mite; Rossi aggredisce fisicamente il suo calciatore. Pugni, calci ed un pestaggio di una violenza simile a quella degli ultras più facinorosi. I commentatori sportivi si stropicciano gli occhi: un allenatore che picchia il suo calciatore. La Fiesole è con il suo mister, lamentando il poco impegno degli strapagati ragazzi della Viola ma inveendo, anche, contro la società rea, a loro dire, di smobilitare la squadra attraverso un ridimensionamento degli investimenti.
Tuttavia, arrivano alcune indiscrezioni secondo cui Ljajic, dopo la sostituzione, avrebbe urlato al suo tecnico, che ha un figlio diversamente abile, la orribile frase “Sei più handicappato di tuo figlio”. Frase che, come si è ampiamente visto, ha scatenato il nervo scoperto di Rossi, che ha reagito in modo scomposto. “Il gesto è assolutamente da condannare, ma non create un mostro”. A difendere Delio Rossi è il figlio, Dario. “In 28 anni - ha detto intervenendo in diretta a Radio Radio - mio padre non ha alzato neanche un dito su di me. Non so cosa sia successo, di sicuro non ha insultato Ljaijc come dite. Sul gesto non c'è da discutere, ma la persona non si può attaccare”.
“Pochi secondi che hanno sfogato mesi di stress. Ma nessuna provocazione giustifica una tale reazione”: queste le parole con cui il presidente Della Valle ha esonerato il tecnico romagnolo.

L’indomani la squadra  è affidata al dirigente Guerini per le ultime due partite. Il talento serbo Ljajic, sospeso in attesa di appurare il contenuto delle sue provocazioni, ha annunciato di aver sporto querela nei confronti del suo ex mister. Rossi, attento padre di 3 figli, ha speso una vita nel calcio. I galloni di allenatore “da A” se l’era conquistato sul campo. Prima, quale profeta del calcio champagne, aveva portato alla storica promozione in  A la Salernitana, poi era divenuto il simbolo dell’austerity della Lazio vincente in coppa Italia.
Quest’anno era stato chiamato al capezzale della “Fiore”, protagonista di un nuovo progetto basato sui giovani e sulla cultura del lavoro, in distonia con gli attuali valori del calcio. Un gioco, fatto di “stress” ed investimenti pari al Pil di un paese in via di sviluppo, che ha portato uno stimato cinquantenne a picchiare uno sbruffoncello in calzoncini. Il tutto in soli dieci secondi.
(Fonte pupia.tv)

Morosini, c'è la miocardite fra le ipotesi della morte

PESCARA - L'esame autoptico sulla salma di Piermario Morosini avrebbe rintracciato una 'area cicatriziale' nella zona ventricolare sinistra. Si fa sempre più probabile quindi l'ipotesi che a stroncare la vita del centrocampista del Livorno possa essere stata una miocardite che avrebbe colpito il circuito elettrico del cuore. L'aver localizzato una lesione in quell'area quindi rafforza la probabilità di aritmie che possono aver provocato la fibrillazione ventricolare. Per la conferma definitiva bisognerà attendere l'esito degli esami istologici effettuati sui reperti, ma ci vorrà ancora del tempo.

Secondo l'anatomopatologo dell'Università di Chieti Domenico Angelucci, istituto presso il quale è stata effettuata l'autopsia dal medico legale incaricato dalla procura di Pescara Cristian D'Ovidio, qualora la diagnosi fosse confermata il decesso di Morosini sarebbe avvenuto lo scorso 14 aprile allo stadio Adriatico "come per corto circuito. La corrente elettrica nel cuore va 'in una certa direzione' - spiega il medico - una eventuale infezione che provoca un danno materiale interrompe il circuito e provoca delle fibrillazioni ventricolari". Ora non è dato sapere quando Morosini possa aver contratto questa infezione e se gli eventuali controlli possano aver rilevato una eventuale anomalia, ma è lo stesso dottor Angelucci a chiarire che "spesso questi danni sono o minimi o confondibili con anomalie congenite, fino a quando il circuito non si interrompe in modo tragico". Se queste ipotesi dovessero essere confermate dalle analisi, si aprirebbe allora uno scenario nuovo nelle indagini, con la ormai nota domanda sull'uso del defibrillatore sul campo. Non è affatto escluso che la magistratura voglia andare fino in fondo con l'inchiesta per accertare le eventuali responsabilità nei soccorsi.
(Fonte Corriere dello Sport)