UDINE - «Ringrazio Dio. Ora non posso dire nient'altro, soltanto grazie a Dio». Sono le prime parole del centrocampista del Lecce Christian Obodo dopo la liberazione, come riferite dal fratello Kenneth, che lo ha già incontrato. Secondo alcuni siti nigeriani, il centrocampista del Lecce Christian Obodo sarebbe stato liberato in un blitz compiuto da forze di polizia e, probabilmente, anche da soldati. Il sito Nigeria Newsdesk, l'Ikema Mbadiwe e siti in francese affermano che non sarebbe stato pagato alcun riscatto e che i sequestratori sono stati catturati. «Christian - ha raccontato suo fratello Kenneth - non è ancora tornato a casa e si trova in questo momento in un albergo in compagnia del sindaco della città. Le sue condizioni sono buone e non ha subito violenza di alcun tipo. L'ho visto e ho parlato con lui, siamo stati insieme», ha aggiunto Kenneth, anche lui calciatore in Italia, nelle file del Pisa.
Il rapimento. Secondo la ricostruzione della vicenda, Christian Obodo si trovava al volante della sua auto, dotata di targa personalizzata 'Obodo 5', ed è stato attaccato da alcuni uomini armati, che lo hanno costretto a salire su una loro vettura, che è stata poi trovata abbandonata. A Warri, sua città natale nel sudest della Nigeria, i rapimenti non sono una rarità ma finora hanno sempre riguardato collaboratori delle compagnie petrolifere presenti nella zona. Stavolta è toccato a lui, bersaglio forse un po' troppo facile per la vettura personalizzata e con la targa con il suo nome.
Una vicenda, quella del giocatore, che si inserisce in un panorama difficile per il paese centroafricano, alle prese con tensioni di carattere religioso, in particolare a danno dei cristiani, e che oggi hanno fatto registrare due sanguinosi assalti ad altrettante chiese in altre città nigeriane. Probabilmente, però, il rapimento è opera di un altro genere di delinquenza.
Fonte Il Mattino
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