"Il problema di Zlatan Ibrahimovic e di Antonio Cassano è che non hanno più fame. Avendo ormai raggiunto uno status, non solo economico, straordinario, fanno piu' fatica a fare sacrifici e a mantenere alto il loro livello di competizione". Ad affermarlo è Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell'universita' G. D'Annunzio di Chieti, che commenta così lo sfogo dei due fuoriclasse rossoneri che, a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro, hanno detto di sentirsi stressati. Solo una settimana fa Ibra si era confessato dicendo che "il calcio non mi brucia piu' dentro come in passato", prevedendo un ritiro a breve termine. Ora la stessa sindrome sembra aver colpito anche il compagno di squadra Cassano, che nel dopo-partita di Italia-Irlanda del Nord ha annunciato il ritiro entro 4 anni. "Per comprendere Cassano e Ibrahimovic - spiega di Giannantonio all'Adnkronos Salute - bisogna rivedere i due calciatori ai loro esordi. In quel periodo entrambi utilizzavano il calcio come ascensore sociale. Ora, una volta risolto le questioni personali, raggiunto la fama, la notorieta', l'autostima, fanno piu' fatica a compiere quei sacrifici necessari che un atleta di quel livello e' obbligato a fare se vuole mantenere una condizione psicofisica ottimale".
(Adnkronos)
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